Chi è Tom, Tom of Finland? Io penserei subito al profumo di Etat Libre d’Orange!
Pochi sarebbero in grado di associare il nome Touko Laaksonen alle raffigurazioni di uomini prestanti e granitici, che hanno reso il finlandese nato nel 1920 con quel nome, l’artista più conosciuto fuori dai confini patri. Il nome Tom gli rimane attaccato perché il patron del magazine americano Physique Pictorial lo trova assonante con quello di battesimo e al posto del cognome associa una provenienza geografica, come un pittore del Rinascimento italiano. I suoi contenuti diventano più espliciti e negli anni ’70 Tom of Finland stilizza un emergente modello iper-mascolino, come i marinai, i taglialegna, i poliziotti, i bovari, i motociclisti che nell’immaginario collettivo iniziano a essere sinonimo di omosessualità maschile, da “YMCA” a I segreti di Brokeback Mountain.
Etat Libre d’Orange gli dedica una fragranza creata da Antoine Lie nel 2007 e nell’immaginario diventa l’acqua che scivola su di lui, il fumetto, come sul marmo, si insinua tra i solchi dei suoi muscoli, si perde sulla sua pelle di maschio… È un’acqua fresca e purificante, aldeidi e limone in testa, un’acqua che lava via i peccati della notte e fa brillare la pelle come se fosse rame. Tom of Finland, un’ode alla bellezza dei corpi, allo sfavillio della loro massa che fa cedere le cuciture. Qui, l’abito è ornamento, uno scrigno da gettare via che racchiude il potere erotico della carne. È un vestito “in corrente d’aria”, aperto sull’immensità, l’amore per l’aria aperta e la profondità delle foreste, tutto con note vegetali – foglie di betulla, cipresso, galbanum e pino nelle note di cuore.
Etero, omo… Qui tali parole non significano niente. L’uomo Tom of Finland non ha sessualità ma è sesso, ampiezza, dimensione, dismisura. Verticalità. Il “fantasma” gli aderisce alla pelle come il cuoio del suo giubbotto. Daino, muschio, ambra grigia nelle note di fondo. Ci si allaccia al metallo della sua cintura (su un accordo pepe e zafferano), ci si strofina alla sua sensualità daino biondo su un letto di vaniglia, fava tonka e iris. Si ha voglia di giocare, godere, trasgredire, morire e rinascere. Ancora… Tom of Finland è un omaggio a un futuro radioso!
Confrontandomi con la mia amica Gabriela, abbiamo pensato subito a Marlon Brando ne Il Selvaggio di László Benedek del 1953 ed ecco un suo drabble: sguardo spavaldo, bocca carnosa, aria canaglia. Cappello indossato con nonchalance sulle ventitrè. Il corpo appoggiato al manubrio su cui brilla la mascotte di un motociclista. Cromature lucide sotto la luce obliqua della sera. Dress code da biker inguainato in jeans sgualciti con l’orlo riportato sugli stivali impolverati. E quel giubbotto di pelle nera, aderente e borchiato. Un intrico di zip, tasche e fibbie, moderna armatura da giovane e sfrontato cavaliere. Sembra di accarezzarne la calda morbidezza. Sembra di annusarne l’odore animalico e speziato. Eco profonda e soave che si imprime sull’epidermide mentre la moto torna a divorare la strada e sparisce all’orizzonte.